Il 16 settembre 1920 a New York (New York, Usa) una bomba fa saltare in aria la sede della banca Morgan & Stanley facendo una strage. All'angolo tra Wall e Broad Street, centro simbolico del capitalismo americano, un anarchico italiano arresta il cavallo che traina una carretta carica di esplosivo e si allontana velocemente Pochi minuti dopo, alle ore 12.01, l'intero quartiere è sconvolto da una tremenda deflagrazione. Il bilancio dell'attentato è di 33 morti e più di 200 feriti. I danni sono stimati a 2 milioni di dollari dell'epoca. L'autore è l'anarchico italiano Mario Buda, che intende protestare per l'arresto - l'11 settembre 1920, di Saccio e Vanzetti - f che fugge immediatamente in Mesico per poi rientrare in Italia. Mario Buda nasce il 13 ottobre 1884 a Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena) ed emigra negli Stati Uniti nel 1907. Tornato in Italia, nel 1927 viene comunque arrestato per attività sovversiva e viene spedito al confino, prima sull’isola siciliana di Lipari, poi dal 1932 su quella di Ponza, al centro del mar Tirreno. Qui l’accusa viene modificata in “servizi di spionaggio tra gli anarchici rifugiati in Svizzera”. Questa manovra è un espediente per coprirlo, in quanto Buda, dopo il rientro in Italia, non si muove mai da Savignano, dove continua a occuparsi della produzione e vendita di scarpe e dove muore l'1 giugno 1963.