Il 14 settembre 1960 a Baghdad (Iraq) si conclude la Conferenza durante la quale viene fondato l'OPEC, l’acronimo di “Organization of the Petroleum Exporting Countries” - organizzazione dei paesi esportatori di petrolio -. Inizialmente ne fanno parte 5 Paesi (Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita e Venezuela), in seguito il loro numero sale ad 11, con l'ingresso del Qatar (1961), dell'Indonesia (1962), della Libia (1962), degli Emirati Arabi Uniti (1967), dell'Algeria (1969) e della Nigeria (1971). Insieme coprono circa il 40% della produzione petrolifera mondiale e il 14% di quella di gas naturale. Nel loro sottosuolo, inoltre, è racchiuso quasi l'80% delle riserve di petrolio planetarie, un quarto lo detiene la sola Arabia Saudita. Si tratta di un’organizzazione internazionale che raggruppa alcuni stati che hanno nell’esportazione del petrolio la loro maggiore fonte di entrate economiche. Proprio perché la più consistente fonte di guadagni di questi paesi è data dalla vendita del greggio (detenuto per la maggior parte da questi Stati), risorsa, che, una volta esaurita, necessita milioni di anni per riformarsi, l'OPEC controlla e limita la produzione di petrolio da parte dei paesi membri. Obiettivo dell’organizzazione è la stabilità del mercato del petrolio, attraverso una regolazione dei livelli di produzione dei paesi membri che aiuti a mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta. L'Opec è composto da Iraq, Iran, Kuwait, Arabia Saudita e Venezuela e la sigla sta per Organization of Petroleum Exporting Countries. In seguito molti altri paesi produttori di greggio aderiranno all'organizzazione.