Il 5 settembre 1920 nasce a Caltanissetta il magistrato Antonino Caponnetto. Nel 1954 entra in magistratura e nel 1983 dopo l'uccisione per mano di Cosa Nostra di Rocco Chinnici, capo dell'Ufficio istruzione di Palermo, Caponnetto chiede il trasferimento a quell'ufficio in prima linea nella lotta alla mafia. Inventa, forzando le regole procedurali, il pool antimafia: un gruppo di lavoro che si occupa a tempo pieno e in via esclusiva dei processi di mafia, frazionando così i rischi e assicurando una visione organica e completa del fenomeno. Accanto a sé chiama Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta. Si arriva al primo maxiprocesso contro Cosa Nostra e agli atti, per la prima volta, finiscono le dichiarazioni di pentiti come Tommaso Buscetta. Indica in Falcone il suo successore, ma il Csm gli preferisce Antonino Meli seguendo criteri di anzianità e Caponnetto non nasconde la sua amarezza. Nel 1990 va in pensione con titolo onorifico di presidente aggiunto della corte suprema di Cassazione ma le morti di Falcone e di Borsellino lo restituiscono come testimone della lotta per la legalità. Caponnetto si impegna in politica con la Rete e nel 1993 è il candidato più votato alle amministrative di Palermo dove diventa presidente del consiglio comunale. Antonino Caponnetto muore il il 6 dicembre 2002 a Firenze.