Il 12 agosto 2000 nel Mare di Barents, davanti a Murmansk (Russia) affonda dopo tre esplosioni il sottomarino nucleare russo Kursk, con 118 uomini a bordo. Il Kursk parte il 9 agosto 2000 dal porto di Vadjaevo (Russia) per partecipare a una esercitazione. Varato nel 1995, il Kursk giace ora a una profondità di 108 metri nel mare di Barents, al largo della Norvegia. La Russia, che rende noto l'accaduto solo due giorni dopo, rifiuta gli aiuti americani per tentare di salvare l'equipaggio e afferma che nel sottomarino c'è aria sufficiente per almeno 72 ore. Dopo vari tentativi di salvataggio, solamente il 21 agosto la Marina russa ammette che tutti i 118 marinai e ufficiali del Kursk sono morti.