L'1 agosto 1970 muore a Berlino (RFT) il biochimico Otto Heinrich Warburg, premio Nobel per la medicina nel 1931 per le sue scoperte sulla natura e sul meccanismo di azione del cosiddetto enzima giallo (di Warburg). Warburg nasce l'8 ottobre 1883 a Friburgo in Brisgovia (Germania). Il 14 dicembre 1903 supera il Verbandsexamen con Siegmund Gabriel come primo accademico nella facoltà di chimica e nel 1905 conclude gli studi in medicina a Berlino, Monaco di Baviera e Heidelberg. Warburg individua come differenza fondamentale tra le cellule sane e quelle cancerose la velocità di flusso della glicolisi: questo evento è oggi indicato come effetto Warburg. Infatti le cellule tumorali possono presentare livelli di attività glicolitica fino a 200 volte superiori a quelli dei tessuti sani, anche in presenza di grandi concentrazioni di ossigeno. Questo evento viene spiegato da Warburg negli anni Trenta attraverso l'osservazione di un elevato consumo locale di ossigeno, che ne genera concretamente una carenza nelle cellule tumorali, con conseguente innalzamento dei livelli di glicolisi. Nelle cellule tumorali non si verifica l'effetto Pasteur che rallenta la glicolisi in presenza di una adeguata quantità di ossigeno. Oggi sappiamo che la mutazione delle cellule e gli oncogeni sono la causa dei tumori e l'effetto Warburg non è causa dei tumori, come sostiene l'ipotesi di Warburg, ma ne è piuttosto il risultato. Questo effetto ha conseguenze molto rilevanti in alcune applicazioni biomediche. Infatti l'elevata glicolisi delle cellule tumorali può essere utilizzato come fattore diagnostico di un tumore, come fattore per la valutazione di efficacia del trattamento, nonché per una esatta localizzazione della massa tumorale attraverso tecniche di imaging mediate da un radiotracciante per PET come il fluorodeossiglucosio (un substrato modificato della esochinasi).