Il 14 luglio 1890 a Roma il II Governo Crispi approva la legge Crispi che avvia la laicizzazione delle migliaia di opere pie fino ad allora di grandissima parte "fortezze del clero", trasformandole in Ipab (istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza) gestite in sede locale dalle Congregazioni di carità sotto il controllo e la vigilanza del governo. All’origine del provvedimento c’è una impellente esigenza di modernizzazione e di razionalizzazione in un settore multiforme quale quello dell’assistenza. La legge Crispi segna il passaggio dalla beneficenza privata (più scelta di carità che organico impegno contro le tante povertà) all’assistenza pubblica, non obbligatoriamente statale, dalla quale sarebbe scaturito quello che oggi è il welfare state.