Il 27 giugno 1980, alle 20, 59 disastro aereo nel mare intorno all'isola di Ustica: il volo Bologna - Palermo dell'Itavia si inabissa mentre sta scendendo verso l'aeroporto di Punta Raisi. Il DC9 I-TIGI Itavia, in volo da Bologna e Palermo, partito con due ore di ritardo, esplode nei cieli a nord di Ustica. 81 le vittime, di cui 13 bambini. L'accaduto e gli avvenimenti legati a questo avvenimento negli anni successivi si possono inquadrare nei misteri d'Italia. Il processo per la strage inizia il 24 settembre 2000, con la prima udienza davanti alla terza corte d'assise di Roma. Quattro gli imputati, i generali Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Corrado Melillo e Zeno Tascio, accusati di aver depistato le indagini sul disastro di Ustica, centinaia le udienze, ascoltati migliaia di testi. Il processo si chiude il 30 aprile 2004 con l'assoluzione di tutti gli imputati e senza che si possa fare luce sulle cause e sui responsabili della caduta del Dc9. Ci sono depistaggi, morti sospette di testimoni. C'è anche il ricorso in Cassazione e, nel 2007 e 2010 dichiarazioni dell'allora Presidente del Consiglio Francesco Cossiga sulla responsabilità di un aereo francese che stava cercando di abbattere un aereo libico (un Mig- 23MS effettivamente ritrovato sulla Sila crotonese 20 giorni dopo la strage di Ustica). La compagnia Itavia di Aldo Davanzali, già pesantemente indebitata prima dell'incidente, cessa le operazioni il 10 dicembre successivo; il 12 dicembre 1980 le viene revocata la licenza di operatore aereo con messa a rischio dei livelli occupazionali e, nel giro di un anno, si apre la procedura di amministrazione controllata, cui fa seguito il conferimento di flotta aerea e personale ad Aermediterranea, società partecipata dall'allora compagnia di bandiera Alitalia e dalla sua consociata ATI. Nel 2018 la Cassazione condanna i ministeri delle Infrastrutture e della Difesa a risarcire gli eredi del titolare della compagnia Itavia per il dissesto finanziario al quale andò incontro dopo il disastro aereo di Ustica; i due ministeri sono stati riconosciuti colpevoli dell'omesso controllo della situazione di rischio venutasi a creare nei cieli di Ustica dove aerei militari non autorizzati e non identificati incrociarono l'aerovia assegnata al volo Itavia. Dal punto di vista penale, altresì, i procedimenti per alto tradimento a carico di quattro esponenti dei vertici militari italiani si concludono con l'assoluzione degli imputati. Altri procedimenti a carico di circa 80 militari del personale dell'Aeronautica si concludono con condanne per vari reati, tra i quali falso e distruzione di documenti. All'Itavia saranno infine corrisposti 108 milioni di euro, a risarcimento delle deficienze dello Stato nel garantire la sicurezza dell'aerovia su cui volava il DC-9. Il 22 aprile 2020 la Corte d'Appello di Roma condanna il Ministero della Difesa e il Ministero dei Trasporti a risarcire alla Società di trasporto aereo Itavia 320 milioni di euro, per non aver garantito la sicurezza dei cieli.Mentre l'unico processo penale per la strage di Ustica, dei generali dell’Aeronautica (Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo), accusati di depistaggio, si conclude con l’assoluzione definitiva, i procedimenti civili sono giunti alla conclusione che un missile centra l'aereo passeggeri, causandone l'esplosione. Ciò metterebbe sotto accusa l'aeronautica di essere stata incapace di difendere il cielo italiano da attacchi stranieri. La Corte di Cassazione, il 28 gennaio 2013, riconosce un risarcimento di 1,2 milioni di euro ai familiari di quattro vittime della strage di Ustica.Il giudice di Palermo, il 9 ottobre 2014, condanna il ministero della Difesa e il ministero dei Trasporti, a rimborsare le spese di giudizio e a risarcire con 5 637 199 euro, 14 familiari o eredi, di Annino Molteni, Erica Dora Mazzel, Rita Giovanna Mazzel, Maria Vincenza Calderone, Alessandra Parisi e Elvira De Lisi morti nella tragedia aerea di Ustica. Il 10 luglio 2017 la prima sezione civile della Corte di Appello di Palermo condanna il ministero della Difesa e il ministero dei Trasporti a risarcire 45 familiari di alcune delle 81 vittime della strage di Ustica per complessivi 55 milioni di euro.La sentenza s'inscrive nella ricostruzione della dinamica dei fatti inerente l'atto ostile perpetrato da un velivolo terzo: secondo i giudici, i dicasteri non avrebbero attuato le "opportune reazioni" atte a consentire l'intercettazione del velivolo ostile e la garanzia della sicurezza delle rotte civili sopra il mar Tirreno. La corte indica inoltre nuovamente la sussistenza di un depistaggio delle indagini.