Il 23 giugno 2000 a Milano muore Enrico Cuccia, presidente onorario di Mediobanca. Compiuti gli studi di legge a Roma, ottiene il suo primo impiego presso il quotidiano “Il Messaggero”. Durante gli anni Trenta, passa prima all’IRI, costituita nel 1933, poi alla Banca d’Italia e infine, nel 1938, alla Banca Commerciale. Vicino al Partito d’azione durante la seconda guerra mondiale, nel 1946 viene chiamato da Raffaele Mattioli alla guida di Mediobanca, la prima e per diversi anni la sola banca d’affari italiana. Attraverso Mediobanca, Cuccia sopperisce alla debolezza del mercato finanziario e sostiene soprattutto i settori dell’industria di base (chimica, metallurgia, energia elettrica) e automobilistica, ritenendoli essenziali per la crescita economica del paese; per questo, è stato a volte accusato di disinteressarsi alle nuove imprese e di ostacolare lo sviluppo della borsa. Tra i maggiori artefici della vicenda economica italiana della seconda metà del Novecento, per diversi decenni Cuccia dispone di un grande potere, controllando, direttamente o indirettamente, un enorme patrimonio esteso ai principali settori economici industriali e finanziari nazionali. Cuccia nasce il 24 novembre 1907 a Roma.