Il 16 giugno 1940 in Italia cominciano a funzionare i primi campi di internamento, misure adottate dal fascismo all'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista. L'intenzione è quella di restringere in campi e in località di internamento gli antifascisti, gli anarchici, i sovversivi e le persone genericamente pericolose per l'ordine pubblico per poter esercitare su questi una vigilanza costante e, nel contempo evitare, isolandoli dalla popolazione, propaganda ostile al regime e disfattismo. I campi sorgono a Manfredonia (Foggia), Campagna (Salerno) e Urbisaglia Bonservizi (Macerata).