Il 13 giugno 1900 entrano a Pechino (Cina) alcuni contingenti di Boxer - membri della Società di giustizia e concordia - e si uniscono ai gruppi che si sono già; formati nella città. La sera stessa, in seguito a delle provocazioni dei soldati americani, incendiano alcune chiese e massacrano dei cristiani. Pechino diventa il centro del movimento. Ma i Boxer sono padroni anche di Tianjin; irrumpono nello Henan, nello Shanxi, in Mongolia Interna, nel Nord-Est. La rivolta inizia nel Nord della Cina come movimento contadino, anti-imperialista e antistraniero. Gli attacchi sono rivolti verso gli stranieri che stanno costruendo le ferrovie e violando il Feng shui, e verso i cristiani, considerati responsabili della dominazione straniera in Cina. Durante la rivolta molte migliaia di cinesi cristiani vengono uccisi, la stragrande maggioranza di essi, 18.000, cattolici, soprattutto nelle province di Shandong e Shanxi.