L'8 maggio 1990 muore a Venezia il compositore Luigi Nono, tra gli esponenti più rappresentativi della scena musicale europea del dopoguerra. Nono nasce il 29 gennaio 1924 a Venezia ed effettua le sue sperimentazioni toccando i linguaggi e le tecniche delle avanguardie più radicali. Studia al Conservatorio veneziano con Gian Francesco Malipiero, e in seguito con Herman Scherchen e con il quasi coetaneo Bruno Maderna; con quest'ultimo, nel 1954, fonda lo studio di Fonologia musicale della Rai a Milano, organismo che sarebbe diventato un importante punto di riferimento per lo sviluppo della musica elettronica in Italia. Nono si impone all'attenzione internazionale con la cantata dodecafonica "Il canto sospeso" (1956), su testi tratti dalle lettere di condannati a morte della Resistenza. Dopo la "grande trilogia corale" degli ultimi anni Cinquanta produce l'opera multimediale "Fabbrica illuminata" (1964) che denuncia lo sfruttamento capitalistico della classe operaia. La protesta politica è espressa anche in "Al gran sole carico d'amore" (1972-1975; rivista nel 1978), ispirato a un'opera del poeta francese Arthur Rimbaud; e anche in "Canto per il Vietnam" (1973). E' del 1984 l'opera, su testo di Massimo Cacciari, "Prometeo, tragedia dell'ascolto".