Il 14 aprile 1930 muore suicida a Mosca (Russia, Urss) lo scrittore Vladimir Majakovsky. E' il maggior poeta futurista russo. Majakovsky nasce il 7 luglio 1893 a Bagdadi (Georgia) e si impegna fin da giovanissimo nei movimenti rivoluzionari. Nel 1912, entra in contatto con i cubofuturisti e firma il manifesto "Schiaffo al gusto corrente", mettendosi presto in risalto. Più volte incarcerato per attività sovversiva, inizia a scrivere poesie durante la detenzione in isolamento nel 1909. Al suo rilascio si fa portavoce del Futurismo in Russia, e la sua poesia diventa ben visibile. E' il poeta leader della Rivoluzione russa del 1917 e del primo periodo sovietico, producendo opere declamatorie rivolte a un pubblico di massa, tra cui "Inno alla Revolution" (1918) e "Left marzo" (1919) e il dramma "Mistero Bouffe" (eseguita nel 1921). Il realismo majakovskiano è rivolto all'offensiva, all'azione, alla lotta, non alla rappresentazione. La massa anonima dei nuovi sconfinati ceti proletari assume nell'opera di Majakovskij una posizione di soggetto, per la prima volta nella storia.