L'11 aprile 2000 a Londra (Inghilterra) viene condannato lo scrittore David Irving: negazionista dell'Olocausto. David Irving intenta una causa per diffamazione contro la studiosa americana, Deborah Lipstadt, che lo accusa di essere un "negazionista dell' Olocausto". Il giudice lo definisce " attivo negazionista dell' Olocausto, è un antisemita, è un razzista, è associato a elementi di destra che promuovono il neo-nazismo... per motivi ideologici deliberatamente travisa o manipolat l'evidenza storica... Raffigura Hitler in un' improbabile luce favorevole, soprattutto in relazione al suo atteggiamento e alle sue responsabilità nel trattamento degli ebrei". Irving è persona non grata in Australia, Canada e Germania (dove negare l' Olocausto è addirittura reato), non può entrare negli Stati Uniti, in Francia e in Italia, e la Mondadori, come decine di altre prestigiose case editrici del mondo, smette di pubblicarlo.