Il 4 aprile 1990 re Baldovino del Belgio rifiuta di firmare la legge che depenalizza in modo parziale l'aborto, già approvato dalla Camera. Il governo ricorre all'articolo 82 della Costituzione che prevede il passaggio dei poteri reali nelle mani del governo. Il parlamento di Bruxelles istituisce in Belgio l'aborto legale. Re Baldovino, animato da profonda fede religiosa, non si sente di firmare questa legge, che ritiene lesiva dei principi cattolici in cui fermamente crede, e risolve, d'accordo con il primo ministro democristiano, il dilemma - firmare, non firmare - con un "escamotage" di fine aspetto giuridico. Il governo, dopo animate discussioni, decide di "sospendere" il sovrano per due giorni, applicando una norma costituzionale che prevede l'impossibilità del re di regnare quando "sia matto, malato o prigioniero". Nessuna di queste condizioni è applicabile, naturalmente, ma, con una forzatura (che solleva le ire dell'opposizione) viene decisa questa soluzione, piuttosto surreale, e la legge viene promulgata mentre il sovrano èsospeso dalle sue funzioni. Subito dopo il parlamento lo reintegra nelle sue prerogative, e il caso , veramente singolare, si risolve in questo modo.