Il 26 marzo 1980 muore a Torino Erminio Macario, uno dei maggiori attori comici italiani. Macario nasce il 27 maggio 1902 a Torino ed è la maschera italiana che più si avvicina all'ingenuità e ai modi di Charlot ma dotata, per il palcoscenico, della parola funambolica dei fratelli Marx. Inizia a recitare fin da bambino nella filodrammatica della scuola e a diciotto anni entra a far parte della prima compagnia di "scavalcamontagne" (così erano chiamate le formazioni di paese che recitavano drammi nei giorni di fiera). A ventidue anni viene scritturato nella compagnia di "balli e pantomime" di Giovanni Molasso e debutta al Teatro Romano di Torino con le riviste "Sei solo stasera" e "Senza complimenti". Dal settembre 1924 è a Milano con "Il pupo giallo" e "Vengo con questa mia" di Piero Mazzuccato, "Tam -Tam" di Carlo Rota e "Arcobaleno" di Mazzuccato e Veneziani. Nel 1925 entra nella compagnia di Isa Bluette col ruolo di comico grottesco debuttando a Torino con la rivista "Valigia delle Indie" di Ripp e Bel-Ami. Rimane con la Bluette per quattro anni acquistando sempre maggior notorietà; finchè, ottenuto il nome in ditta e avendo firmato nel 1929 la prima rivista come autore ("Paese che vai"), Macario forma una sua compagnia di avanspettacolo con cui gira l'Italia dal 1930 al 1935. Nel 1937 scrittura Wanda Osiris e mette in scena una delle prime commedie musicali italiane, "Piroscafo giallo". Da questo momento si ripresenta ogni anno con una nuova rivista e facendo conoscere i volti e le qualità di molte attrici tra cui Lily Granado, Marisa Maresca, Isa Barzizza, Lauretta Masiero, Dorian Gray e Sandra Mondaini. Parallelamente debutta nel cinema con "Imputato alzatevi!" per la regia di Mario Mattoli, che ha molto successo. Con questo film per la prima volta nella storia del cinema italiano si può parlare di comicità; surreale. Seguono poi "Lo vedi come sei"... lo vedi come sei?" (1939), "Il pirata sono io" (1940) e "Non me lo dire!" (1940), "Come persi la guerra" (1946). Ma la sua formula spettacolare è sempre più adatta al teatro di rivista e alla commedia musicale. Ricordiamo, fra le tante, "Amleto, che ne dici?" (1944) di Amendola e Macario, "Oklabama" (1949) di Maccari e Amendola, "La bisbetica sognata" (1950) di Bassano, "Made in Italy"(1954) di Garinei e Giovannini, "Non sparate alla cicogna" (1957) di Maccari e Amendola, "Chiamate Arturo 777" (1958) di Corbucci e Grimaldi.