Il 13 marzo 1990 a Mosca (Russia, Urss) al termine di un aspro dibattito, il Congresso dei deputati (Soviet supremo) approva una serie di modifiche costituzionali, le quali legittimano la proprietà privata e trasformano l’Urss in una repubblica presidenziale e aprono la strada al multipartitismo, abrogando l’articolo 6 della Costituzione, affiancando al Pcus (che viene privato del ruolo guida, ma resta espressamente citato) l’azione d’«altri partiti, organizzazioni sociali o movimenti di massa». Il presidente, che è dotato d’ampi poteri ed è assistito da un Consiglio presidenziale e da un Consiglio federale, è eletto per cinque anni a suffragio diretto, ma la sua prima elezione avverrà ad opera del Congresso.