Ecco il testo del comunicato stampa del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio:
Il 24 gennaio 2017 ancora una volta un’ingiustizia si è compiuta. Al danno dei morti si è aggiunta la beffa. La Quinta Sezione penale della Corte d’Appello del Tribunale di Milano ha assolto i manager della Franco Tosi di Legnano dall’accusa di omicidio colposo per la morte di 34 operai causata l’esposizione all’amianto, perché non hanno "Nessuna responsabilità per la morte degli ex operai". I 33 ex lavoratori morti per mesotelioma pleurico e uno per carcinoma dei polmoni non avranno nessuna giustizia. Nell’aprile 2015 il giudice della quinta sezione penale del Tribunale di Milano Manuela Cannavale aveva scagionato gli otto imputati, con le formule "perché il fatto non sussiste" o "per non aver commesso il fatto". Per il tribunale i lavoratori, che secondo l'accusa, si erano ammalati di mesotelioma pleurico per aver lavorato negli anni '70 e '80 alla franco Tosi avrebbero si respirato polveri di amianto, ma per il giudice, come aveva scritto nelle motivazioni, questa "tragedia non può e non deve essere risolta sul piano penalistico". Ora questa interpretazione è confermata dalla V sezione della Corte d’Appello che addirittura va oltre. Per la prima volta vengono ”punite” in modo esemplare le associazioni che hanno sostenuto l’accusa, rimaste nel processo, Medicina Democratica e l’Associazione Italiana Esposti Amianto condannati pure a pagare le spese processuali. Ormai la decisione politica del tribunale di Milano è un segnale chiaro: questi processi non si devono più fare. Le associazioni che insistono per ottenere giustizia per le morti operaie devono seguire altre strade (solo cause civili) o saranno punite al pagamento delle spese processuali. Il nostro Comitato parte civile in vari processi al fianco di Medicina Democratica e AIEA esprime la sua solidarietà militante alle vittime e alle associazioni colpite perché la loro lotta per ottenere giustizia per le vittime dell’amianto è anche la nostra e non ci faremo intimorire da queste decisioni antioperaie.