Nella risoluzione votata oggi, i deputati chiedono alla Commissione e agli Stati membri di garantire un equo risarcimento a tutti i cittadini comunitari vittime del Talidomide. A più di 50 anni dalla tragedia del Talidomide, quando un medicinale tedesco contro le nausee mattutine per le donne incinta causò la malformazione dei loro neonati in diversi Paesi UE, Italia inclusa, le vittime stanno ancora battendosi per un equo risarcimento. Nella risoluzione approvata giovedì per alzata di mano, i deputati esortano gli Stati membri e la Commissione a coordinare azioni e misure con l'obiettivo di riconoscere ufficialmente e garantire un indennizzo alle vittime sopravvissute al Talidomide. Il governo federale della Germania dovrebbe permettere alle vittime l’accesso al fondo speciale per la salute istituito in Germania, poiché al Paese incombe una particolare responsabilità. I deputati chiedono che le vittime sopravvissute nel Regno Unito, in Spagna, in Italia e in altri Stati membri siano ammesse al regime su base collettiva, qualora il loro status di vittime del Talidomide sia stato accettato nel loro Paese. La Commissione dovrebbe istituire un protocollo quadro a livello europeo in modo che tutti i cittadini europei vittime del Talidomide ricevano indennizzi di importo simile ed elaborare un programma UE di assistenza e di sostegno per le vittime e per le loro famiglie. Il Talidomide è stato commercializzato alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ‘60 come un farmaco sicuro per trattare le nausee mattutine, l’emicrania, la tosse, l’insonnia e il comune raffreddore. In molti Paesi europei questo farmaco, assunto da donne in gravidanza, ha provocato la morte e le malformazioni di migliaia di neonati. Da indagini indipendenti avviate subito dopo lo scandalo, si evince che vi sia stata una grande mancanza di sorveglianza farmaceutica efficace nella Repubblica federale di Germania, a differenza di altri Paesi come Stati Uniti, Francia, Portogallo e Turchia. Infatti, ricerche indipendenti hanno dimostrano che nel 1970 la Repubblica federale di Germania ha interferito con il procedimento penale contro la Chemie Grünenthal GmbH, l'azienda tedesca produttrice del Talidomide, e che, di conseguenza, non è stato possibile determinare adeguatamente la colpevolezza del produttore. Inoltre, sono state adottate misure per impedire che venissero intentate cause civili contro tale azienda.