Oggi si è conclusa con successo una grande operazione contro un gruppo criminale organizzato (GCO) coinvolto in una rete capillare di traffico illegale di immigranti. L'operazione ha portato all’arresto di 16 sospettati sotto inchiesta e al sequestro di una grande quantità di beni e denaro. 13 arresti sono stati eseguiti in Italia, altri 3 in Francia, Belgio e Svezia. Sotto la guida delle autorità italiane, il caso si è concentrato su un’associazione criminale composta di sospettati algerini, siriani, egiziani, libanesi e tunisini, coinvolti nel traffico illecito di migranti, per lo più siriani, nell'Unione europea. Secondo le prove raccolte finora, tra il 2014 e il 2016, la rete criminale è riuscita a trasportare più di 200 migranti verso e all'interno dell'Unione europea che, seguendo la rotta dei Balcani, ha raggiunto in un primo momento l'Ungheria e l'Italia prima di trasferirsi in Austria, Germania e Francia. L'Italia ha avuto un ruolo importante: era qui che gli arrestati hanno reclutato gli autisti, i cosiddetti 'passeurs', e hanno fornito loro i veicoli. I migranti avrebbero dovuto pagare circa 500 euro per il trasporto. La Squadra Mobile di Como, insieme ai servizi centrali operativi (SCO) della Polizia di Stato italiana, sotto la guida della Procura di Como, ha iniziato le indagini nel settembre 2015, quando un cittadino italiano è stato arrestato in Ungheria mentre conduceva un veicolo che trasportava illegalmente numerosi migranti. Il caso ha visto ulteriori sviluppi con arresti simili di altri conducenti di veicoli adibiti al trasporto di immigrati clandestini da parte delle autorità austriache e tedesche. Nel dicembre 2015 sono state inviate rogatorie dall’Italia alle autorità austriache e tedesche, al contempo è stata necessaria l'assistenza di Eurojust al fine di facilitare l'esecuzione di queste rogatorie e, eventualmente, coordinare le attività pertinenti. Una prima riunione di coordinamento si è tenuta presso Eurojust il 16 febbraio 2016 con lo scopo di raccogliere i paesi più colpiti dalle attività criminali e per discutere la via da seguire. La partecipazione di Europol è stata accordata anche per garantire l'assistenza della polizia internazionale e il supporto analitico. Sono state attivate delle indagini parallele all'estero che sono state autorizzate per l'intercettazione di numerosi trasporti di migranti e l'arresto dei relativi 'passeurs', alcuni dei quali erano i proprietari registrati di un numero di veicoli italiani che va dagli 80 ai 90 utilizzati per svolgere le attività illecite. Le informazioni che l’Italia ha ricevuto dagli altri Stati UE interessati hanno consentito di intraprendere le successive misure investigative e lo sviluppo del caso, con il supporto dell’Eurojust, dell’Europol e della Direzione Nazionale Anti-mafia e Anti-terrorismo. L’Eurojust ha svolto un ruolo fondamentale nel successo di oggi, facilitando lo scambio di informazioni e di rogatorie, collaborando con le controparti per risolvere le questioni che in futuro potrebbero ostacolare i progressi investigativi, organizzando una riunione di coordinamento a L'Aia e garantendo costantemente il coordinamento giudiziario per tutta la durata del processo. L’Europol e il suo Centro europeo per la lotta al traffico di migranti (EMSC) hanno sostenuto l’indagine, fornendo report di analisi ad hoc e inviando due specialisti in Italia per questo action day, con il supporto dell'ufficio mobile dell'Europol per un controllo incrociato dei dati in tempo reale rispetto alle banche dati dell’Europol. Anche il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) del Ministero dell’Interno italiano ha giocato un ruolo fondamentale nel coordinamento di questa importante indagine. L'operazione ha dimostrato la capacità delle autorità competenti di lavorare insieme e di identificare chiaramente il GCO, identificare i principali paesi colpiti, identificare i proprietari registrati dei veicoli utilizzati per le attività di traffico illegale, nonché i reclutatori e i trasportatori, e infine smantellare l'intera rete criminale coinvolta in queste attività illecite in modo coordinato e sincronizzato.