In Italia la tubercolosi (TBC) – secondo il Piano Nazionale per la Prevenzione 2014-2018 – è una patologia a bassa incidenza nella popolazione generale (7,7 x 100.000 abitanti nel 2010), ma molto più diffusa in gruppi a rischio (persone senza fissa dimora, soggetti che appartengono alle classi più povere, tossicodipendenti, immigrati da paesi ad elevata incidenza di TBC, soggetti immunocompromessi) e in alcune aree metropolitane dove l’incidenza può addirittura quadruplicare. Inoltre si osserva un trend in aumento nella classe di età 15-24 anni. «Il ritorno della TBC – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – rappresenta un’emergenza sanitaria sottovalutata perché esistono numerosi ostacoli per un’efficace prevenzione e trattamento: standard assistenziali spesso obsoleti a dispetto di una notevole evoluzione delle conoscenze scientifiche, frammentazione e scarso coordinamento dei percorsi assistenziali tra i servizi di sanità pubblica, cure primarie e assistenza specialistica, barriere culturali e linguistiche, carenze nella rete di diagnosi e cura». Il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 – con riferimento all’intesa Stato Regioni “Controllo della tubercolosi: obiettivi di salute, standard e indicatori 2013-2016” – identifica tra gli obiettivi prioritari “l’implementazione di linee guida aggiornate”, ma di fatto l’ultimo aggiornamento delle linee guida nazionali risale al 2010. «La mancanza di linee guida aggiornate – continua il Presidente – in grado di sintetizzare le migliori evidenze scientifiche rappresenta un ulteriore ostacolo alla gestione ottimale della TBC: infatti l’uso appropriato dei nuovi test diagnostici (IGRA test, NAAT), le strategie per migliorare l’aderenza terapeutica (DOTS, case management) e i protocolli terapeutici per la TBC multi-farmaco resistente oggi sono ben lontani da un’implementazione uniforme sul territorio nazionale». Le linea guida del NICE, disponibili in italiano grazie alla traduzione della Fondazione GIMBE, offrono un approccio sistematico e integrato alla prevenzione, diagnosi, terapia e gestione della TBC, integrando le misure di sanità pubblica con quelle clinico-assistenziali-organizzative: misure per il controllo dell’infezione, diagnosi e terapia dell’infezione latente (in particolare nei bambini di età inferiore a 2 anni), trattamento della TBC multi-farmacoresistente, strategie per migliorare la compliance terapeutica e potenziare il case management della TBC, protocolli di trattamento per la TBC attiva, strategie per riprendere la terapia dopo la sospensione per effetti avversi, criteri di appropriatezza per la vaccinazione BCG. «Tutti i professionisti coinvolti nella gestione della malattia tubercolare – conclude Cartabellotta – dovrebbero prendere in considerazione queste linee guida al fine di garantire un’assistenza omogenea su tutto il territorio nazionale per una emergenza sanitaria che può essere adeguatamente prevenuta e trattata integrando le migliori evidenze nei percorsi assistenziali regionali e aziendali». Le “Linee guida per la diagnosi, terapia, prevenzione e controllo della tubercolosi” sono disponibili a: www.evidence.it/TBC.