Il Collegio ha adottato oggi una comunicazione che riesamina la proposta di revisione della direttiva relativa al distacco dei lavoratori nel contesto del meccanismo di controllo della sussidiarietà attivato nel mese di maggio da diversi parlamenti nazionali. Dopo un'attenta analisi delle posizioni espresse dai parlamenti nazionali, la Commissione conclude che la proposta di revisione della direttiva non viola il principio di sussidiarietà. La riforma della direttiva sul distacco dei lavoratori realizza il preciso impegno di questa Commissione, esposto nei suoi orientamenti politici, di promuovere un mercato interno più profondo e più equo. La revisione introduce modifiche in tre settori principali: la retribuzione dei lavoratori distaccati, le norme sui lavoratori tramite agenzia interinale e il distacco di lunga durata. La proposta stabilisce che i lavoratori distaccati beneficeranno, in generale, delle stesse norme che disciplinano la retribuzione e le condizioni di lavoro dei lavoratori locali. La Commissione ha esaminato attentamente i rilievi espressi dai parlamenti nazionali per quanto concerne la sussidiarietà e, prima di formulare le sue conclusioni, ha discusso con questi ultimi tutte le questioni sollevate nel contesto di un dialogo politico aperto. Le argomentazioni formulate sono state esaminate al fine di determinare se l'obiettivo della direttiva di modifica proposta possa in realtà essere conseguito meglio a livello di Unione. Oggi la Commissione ribadisce che è opportuno definire a livello di UE le norme applicabili al distacco dei lavoratori, così come avviene dal 1996. La proposta è intesa a garantire che i lavoratori che svolgono un'attività in uno stesso luogo siano protetti dalle stesse norme vincolanti, a prescindere dal fatto che siano lavoratori locali o distaccati. L'obbligo per tutti gli Stati membri di applicare le norme in tutti i settori dell'economia non può essere stabilito a livello nazionale, ma deve essere definito a livello di Unione. La proposta rispetta inoltre, pienamente ed esplicitamente, la competenza degli Stati membri a fissare i salari secondo le prassi nazionali. La Commissione, il cui esame delle argomentazioni nel quadro del meccanismo di controllo della sussidiarietà si è limitato appunto alla questione della sussidiarietà, sta d'altro canto inviando risposte ai singoli parlamenti nazionali in merito alle osservazioni ai rilievi specifici non strettamente legati alla sussidiarietà. Nei prossimi mesi, nel corso del processo legislativo, questa proposta continuerà ad essere oggetto del dialogo politico della Commissione con i parlamenti, data la loro importanza politica. La decisione odierna dovrebbe aprire la strada a ulteriori progressi della proposta in sede di Consiglio e Parlamento europeo. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato una proposta (COM(2016) 128 final) di revisione mirata della direttiva relativa al distacco dei lavoratori (direttiva 96/71/CE), che definisce un insieme di norme vincolanti relative alle condizioni di lavoro e di occupazione da applicarsi ai lavoratori distaccati. Essa dispone che il principio della parità di trattamento con i lavoratori locali si applichi in futuro anche ai lavoratori tramite agenzia interinale distaccati, in linea con la legislazione vigente sul lavoro tramite agenzia interinale. Data l'esistenza in vari paesi di un sistema bicamerale, il Parlamento di ciascuno Stato membro dispone di due voti nel quadro del meccanismo di controllo della sussidiarietà. Quattordici camere dei parlamenti nazionali di undici Stati membri (Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria) hanno inviato pareri motivati sostenendo che la proposta viola il principio di sussidiarietà. Ciò ha comportato l'attivazione del meccanismo di controllo della sussidiarietà (la cosiddetta procedura del "cartellino giallo"). Inoltre i parlamenti nazionali di cinque Stati membri (Francia, Italia, Portogallo, Regno Unito e Spagna) hanno presentato pareri secondo i quali la proposta della Commissione è in realtà compatibile con il principio di sussidiarietà. Conformemente al meccanismo di controllo della sussidiarietà la Commissione ha riesaminato la sua proposta al fine di decidere se ritirarla, modificarla o mantenerla. Prima di adottare la decisione, la Commissione ha avviato un dialogo politico con i parlamenti nazionali in occasione degli incontri del primo Vicepresidente Timmermans e della Commissaria Thyssen con la Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell'Unione dei parlamenti dell'UE (COSAC). Il meccanismo di controllo della sussidiarietà si applica nei settori non di competenza esclusiva dell'Unione. I parlamenti dispongono di otto settimane per formulare un "parere motivato" qualora ritengano che un progetto di atto legislativo non sia conforme al principio di sussidiarietà. È al raggiungimento della soglia di un terzo dei voti attribuiti ai parlamenti nazionali che scatta la procedura del "cartellino giallo", che impone alla Commissione di riesaminare la proposta e di decidere, con decisione motivata, se mantenerla, modificarla o ritirarla.