Dall’analisi condotta dall’Istat sullo stato dell’arte per i giovani residenti in Italia emerge un quadro di enorme difficoltà, non solo economiche e lavorative ma anche sociali. Difficoltà che l’Adoc aveva messo in evidenza nel rapporto su giovani e welfare “Sei sicuro?”. “La visione da parte dei giovani rispetto al proprio futuro è densa di preoccupazioni e incertezze, siano esse economiche che sociali e sanitari – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – e l’analisi dell’Istat non fa che confermarlo. Dal nostro rapporto su giovani e welfare “Sei sicuro?”, realizzata dall’istituto di ricerca Eures e sviluppata all’interno del programma di ricerca “Gli scenari del welfare” promosso dal Forum ANIA-Consumatori, le principali preoccupazioni dei giovani under 35 sono di tipo salutistico, pensionistico e reddituale: circa 8 su 10 (il 77,1%) si dichiarano infatti “molto o piuttosto preoccupati” per la diminuzione del benessere e per la propria situazione previdenziale e pensionistica (77,3%), e oltre l’84% degli intervistati esprime un elevato livello di preoccupazione per la presenza e/o la qualità del lavoro. L’aspetto reddituale gioca un ruolo chiave: il valore delle entrate mensili degli intervistati è pari a 787 euro, poco meno di 10mila euro l’anno, mentre oltre un terzo dispone di meno di 500 euro al mese. Il basso tenore di reddito pesa molto anche sul fattore risparmio: il campione intervistato riesca a risparmiare solo il 17,3% delle proprie entrate, pari a 136 euro mensili (ovvero oltre 1.600 euro in un anno), anche se solo il 30,8% degli intervistati dichiara di non risparmiare. Chi riesce a mettere da parte qualcosa, seppure in misura minima, lo fa principalmente per garantirsi un futuro migliore (49%) o per far fronte a situazioni di difficoltà (41,2%). Dal punto di vista sanitario il 67,2% del campione ha dichiarato di aver usufruito negli ultimi 3 anni del Sistema Sanitario Nazionale ma l’ampia maggioranza dei giovani ritiene che il sistema previdenziale pubblico andrebbe coadiuvato con altre forme assistenziali (mutue) o assicurative (polizze infortuni o fondi sanitari), al fine di garantire al cittadino ogni prestazione sanitaria richiesta. Riguardo il lato pensionistico il 24,3% ritiene che potrà andare in pensione prima dei 65 anni. La quota prevalente del campione (il 37,8%) ipotizza tuttavia una termine della vita lavorativa in linea con le attuali aspettative pensionistiche, indicando un’età pensionabile compresa tra i 65 e i 70 anni, mentre un significativo 38% proietta ancora oltre la propria età pensionabile, immaginando che lavorerà anche oltre i 70 anni. Entrando nel merito del valore della pensione la quota prevalente degli intervistati (37%) ipotizza un importo mensile compreso tra 500 e 800 euro; soltanto per il 19,6% la pensione percepita potrà consentire un adeguato livello di benessere, a fronte dell’80,4% di giovani convinto che il sistema previdenziale sarà in grado di garantire “poco” (42,7%) o “per niente” (37,7%) un adeguato livello di benessere ai futuri pensionati.”