Dei 45 presidenti delle federazioni sportive italiane, nessuno è donna. Questo uno dei dati più salienti che è emerso dal convegno “Oltre i limiti, lo sport che unisce”, organizzato dall’ l’Ufficio di informazione in Italia del Parlamento europeo su sport, donne e integrazione. Silvia Costa, presidente della commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo, ha dichiarato: "iIl 64% dei cittadini europei ritiene che lo sport sia un potentissimo mezzo di integrazione e di lotta all’esclusione sociale. La pratica dello sport, sia a livello professionistico che dilettantistico, è il miglior deterrente contro la violenza negli stadi e il razzismo. Come UE, col Libro Bianco sullo Sport del 2007 e col Trattato di Lisbona nel 2009, riconosciamo allo sport un ruolo importante proprio per facilitare l’integrazione e combattere qualsiasi tipo di discriminazione, e chiediamo maggiore trasparenza nella governance sportiva. A proposito di governance, le donne sono sottorappresentate nel mondo dello sport, e l’UE deve impegnarsi perché ricoprano ruoli sempre più importanti anche negli organismi decisionali. Infine è fondamentale che l’Unione europea ratifichi in toto, come UE e non solo a livello di Stati membri, tutte le convenzioni internazionali relative al doping e al match fixing, le partite truccate tramite scommesse illegali”. “In un momento in cui si mette in discussione la libera circolazione delle persone - ha aggiunto l’onorevole Costa - io propongo una direttiva europea che estenda a tutti i ventotto Stati membri la legge recentemente approvata in Italia sul diritto dei minori stranieri di fare sport e iscriversi alle associazioni e alle federazioni sportive. Concludo dicendo che, se mettiamo in discussione il trattato di Schengen, mettiamo in discussione contestualmente anche la libera circolazione degli atleti. Vogliamo veramente andare in questa direzione?”