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Giovedì 10 Dicembre 2015
Attuazione del sistema europeo comune di asilo: la Commissione porta avanti 8 procedimenti di infrazione

La Commissione europea ha adottato oggi 8 decisioni su procedimenti di infrazione per mancato recepimento e attuazione completi del sistema europeo comune di asilo. Le decisioni riguardano Grecia, Croazia, Italia, Malta e Ungheria (cfr. IP/15/6228). Le misure odierne fanno seguito alle 40 decisioni adottate il 23 settembre 2015, in aggiunta ai 34 casi pendenti, su violazioni potenziali o effettive della normativa dell'UE in materia di asilo. La Commissione continuerà a portare avanti le procedure di infrazione in modo rapido ed efficace per garantire la piena conformità alla normativa dell'Unione in questo settore. La Commissione esorta oggi la Grecia, la Croazia e l'Italia ad attuare correttamente il regolamento Eurodac (regolamento (UE) n. 603/2013) che dispone l'effettivo rilevamento delle impronte digitali dei richiedenti asilo e la trasmissione dei dati al sistema centrale dell'Eurodac entro 72 ore. L'efficace attuazione del regolamento Eurodac è essenziale per il funzionamento del sistema Dublino e dei meccanismi di ricollocazione dell'UE. Ad ottobre la Commissione europea ha inviato lettere amministrative a Grecia, Croazia e Italia, che a distanza di due mesi non hanno reagito in modo efficace. La Commissione europea ha pertanto deciso oggi di inviare a tali paesi lettere di costituzione in mora (il primo passo di una procedura di infrazione). LaCommissione esorta inoltre la Grecia e Malta a comunicare le misure nazionali adottate per recepire pienamente la direttiva procedure (direttiva 2013/32/UE), che stabilisce procedure comuni per il riconoscimento e la revoca dello status di protezione internazionale, e la direttiva accoglienza (direttiva 2013/33/UE), che riguarda l'accesso dei richiedenti asilo alle condizioni di accoglienza in attesa che la loro domanda sia esaminata. La Grecia e Malta non hanno comunicato le misure di attuazione necessarie. Il 23 settembre 2015 sono state inviate lettere di costituzione in mora alla Grecia, a Malta e ad altri 16 Stati membri per quanto riguarda la direttiva procedure. Lo stesso giorno sono state inviate lettere di costituzione in mora alla Grecia, a Malta e ad altri 17 Stati membri per quanto riguarda la direttiva accoglienza. Malgrado tali lettere, la Grecia e Malta non hanno ancora comunicato le misure nazionali di recepimento. La Commissione pertanto ha deciso oggi di inviare ad entrambi i paesi pareri motivati su entrambe le direttive. La lettera di costituzione in mora è la prima fase formale della procedura di infrazione. Ricevuta tale lettera, gli Stati membri dispongono di due mesi per rispondere e nei casi di omessa comunicazione devono comunicare alla Commissione le misure nazionali di recepimento. In assenza di risposte soddisfacenti e se continua a essere omessa la comunicazione delle misure nazionali, la Commissione europea può decidere di inviare un parere motivato, aprendo così la seconda fase della procedura di infrazione. Una volta ricevuto il parere motivato, gli Stati membri dispongono di due mesi per rispondere alla Commissione e comunicarle le misure adottate per assicurare il pieno recepimento oppure conformare la legislazione nazionale al diritto dell'UE. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire gli Stati membri alla Corte di giustizia dell'Unione europea. Nei casi di omessa comunicazione delle misure nazionali di recepimento, la Commissione può proporre alla Corte di giustizia di comminare sanzioni finanziarie. La banca dati dell'Eurodac, in cui sono archiviate le impronte digitali dei richiedenti asilo nell'UE, è stata istituita nel 2003. Quando una persona presenta una richiesta d'asilo o viene trattenuta dopo avere attraversato irregolarmente la frontiera esterna in provenienza da un paese terzo, le sue impronte digitali sono rilevate e trasmesse al sistema centrale dell'Eurodac. Il regolamento Eurodac rifuso è entrato in vigore il 20 luglio 2015 e ha introdotto aggiornamenti del sistema, in particolare per assicurare che i dati siano trasmessi al sistema centrale entro 72 ore, al fine di reagire alle preoccupazioni circa la protezione dei dati e di contribuire a combattere il terrorismo e le forme gravi di criminalità.

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