Clamoroso dietrofront sui fondi strutturali europei ai liberi professionisti. Dopo il via libera del Senato alla legge di Stabilità che ha sancito l’accesso dei professionisti ai bandi Ue, l’iter della norma ha subito una pericolosa battuta di arresto alla Camera, dove una serie di emendamenti al Ddl Stabilità mira a subordinarla al possesso di requisiti non richiesti agli altri professionisti europei, se non addirittura abrogarla in totale spregio alle indicazioni dell’Unione europea. È quanto denunciano Confprofessioni, Confassociazioni, Acta e Alta Partecipazione rimarcando il potenziale danno a carico dei professionisti che verrebbero automaticamente esclusi dai bandi regionali. Le quattro organizzazioni di rappresentanza ricordano che l’accesso dei professionisti ai fondi europei FES e FESR viene sancito dal Regolamento (CE) n. 1303/2013 del 17 dicembre 2013, in quanto tale direttamente applicabile all’interno degli Stati membri dell’UE; inoltre, l’accesso alle risorse comunitarie viene consentito a tutti i professionisti esercenti attività economiche, indipendentemente dall’iscrizione in albi, elenchi, liste. Dunque, qualsiasi intervento teso ad escludere i liberi professionisti dai fondi strutturali Ue è contrario al diritto europeo, oltre che discriminatorio. “Non si comprendono - sottolinea una nota congiunta delle quattro organizzazioni - le motivazioni di una scelta che oltre a risultare persecutoria nei confronti di milioni di professionisti rallenterà ulteriormente l’utilizzo delle risorse dei fondi europei, alimentando il rischio di impugnative e contenziosi e ostacolando la libera concorrenza sul mercato”.