È nel cuore di Parigi, capitale internazionale del gusto, l’ultima new entry nel Buon Ricordo, il Mori Venice Bar. Prestigioso e frequentatissimo, il locale di Massimo Mori è – in piena sintonia con il nome che porta - un vero tempio della cucina veneziana e si trova in Rue Vivienne 27. E proprio a questo connubio fra la Ville Lumiére e Venezia si sono ispirati gli artigiani della Ceramica artistica Solimene di Vietri sul Mare dipingendo il piatto simbolo del locale, che – come tradizione del Buon Ricordo - sarà donato a chi ne gusterà la specialità, ovvero il Riso alla Mori. Sul piatto, i simboli che distinguono il ristorante: la Tour Eiffel gioiello di Parigi, una maschera veneziana che rimanda alla linea gastronomica scelta dal patrono chef Massimo Mori, e la lettera M, simbolo del ristorante stesso. Il Riso alla Mori, in carta tutto l’anno, è preparato con Vialone Nano mantecato con formaggi pregiati e aceto balsamico di Modena, insaporito via via con primizie di stagione, dagli asparagi verdi ai finferli. Il Mori Venice Bar a Parigi, nel cuore di della città, si trova proprio di fronte al Palazzo della Borsa. Locale di moda molto frequentato da un pubblico elegante e colto, è sinonimo per eccellenza nella capitale francese di cucina italiana. Lo chef patron Massimo Mori (mantovano, una famiglia di artigiani e ristoratori), partendo dal Bel Paese, ha esplorato i sapori e le tradizioni culinarie del mondo e si è infine fermato nella capitale francese, arricchito dal bagaglio di esperienze gastronomiche accumulate. L’incontro decisivo con il famoso designer Philippe Stark, da cui ha acquistato il ristorante parigino nel 2006, gli ha dato la possibilità di mettere a frutto tutte le conoscenze apprese nel corso della sua carriera, rimanendo sempre e comunque legato ai valori per lui più importanti: la stagionalità dei prodotti rigorosamente biologici, la tradizione della semplicità e il rispetto per i tempi della natura. “In cucina, massima attenzione al prodotto: meno è maneggiato, meglio è – racconta Massimo Mori - Raccoglievo meloni e verdure con mia madre, assistevo alla nascita dei vitelli nella fattoria di mia zia Faccio la stessa cosa oggi. Il gusto, la qualità, la verità sono i pilastri della mia cucina: mi piace l'idea di "terroir chic", con la raffinatezza che affonda le sue radici nel terreno. Odio guardare indietro. Mi piacciono il domani, l'ignoto e le sfide.”