Si parla tanto di Europa unita, ma i singoli Paesi membri continuano a legiferare su iniziative isolate a discapito dell’autotrasportatore italiano. Fortunatamente l’Europa se n’è accorta, anche grazie all’iniziativa di Assotrasporti! È fresca di stampa la notizia che la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti della legge sul salario minimo tedesco - valido per gli autotrasportatori stranieri - in quanto ritenuta in violazione del libero scambio delle merci e servizi. Era stata proprio Assotrasporti, lo scorso aprile, a chiedere alla Commissione europea di intervenire nei confronti di questa legge discriminante per il trasportatore italiano. Ora, la Commissione europea concorda con l’associazione, che da tempo è attiva sul fronte della lotta al dumping sociale e alla concorrenza sleale, sempre tutelando in primis il comparto italiano. La guerra è ancora in atto, ma Assotrasporti continua a vincere battaglie importanti. Ricordiamo infatti come la medesima situazione era già accaduta sulla presa di posizione contro il caso francese che vietava il riposo settimanale sul camion, in occasione della quale l’allora Presidente della Commissione europea Barroso aveva scritto personalmente all’associazione, concordando con essa. Assotrasporti non è contraria ad iniziative volte a contrastare il dumping e il cabotaggio illegale, tuttavia ribadisce come queste azioni debbano essere coordinate grazie a norme equilibrate a livello europeo, sia dirette ma soprattutto quelle indirette, iniziando dall'armonizzazione dei costi del personale, dalla tassazione etc.Il trasporto - non essendo un’attività stanziale data la possibilità di avere sede in qualunque Stato, dato che i veicoli comunque viaggiano in tutta Europa - deve essere regolato separatamente ed in deroga dalla legislazione applicata a tutte le altre attività stanziali. Questa è l’unica soluzione possibile per arginare tutti i fenomeni che generano illegalità e conseguente disagio agli operatori del settore. Di riflesso, avranno beneficio tutti i cittadini europei che oggi pagano i costi di questa eterogeneità nella normativa comunitaria. In Italia, ad esempio, ricadono sui nostri contribuenti i costi dell'utilizzo delle strade ed autostrade da parte di veicoli immatricolati in altri Paesi, in costante crescita sulle nostre strade, che non pagano la tassa di circolazione, le imposte e i contributi e, spesso, anche i pedaggi autostradale. Amara ciliegina sulla torta, questi vettori stranieri sono addirittura poco controllati e sanzionati dagli organi di controllo, sebbene questi non rispettino le regole. La lotta alla concorrenza sleale è solo uno dei punti della piattaforma che l’associazione ha presentato al Governo e al Parlamento, oltre che alle istituzioni comunitarie: Assotrasporti non si fermerà fino a quanto non verrà ridata dignità ad un comparto ingiustamente tartassato e discriminato.