Oggi l'Istat ha diffuso 4 comunicati che si possono così riassumere: aumentano la pressione fiscale, il debito pubblico e la disoccupazione, diminuisce il Pil, crescono gli occupati giovani e donne. Ma andiamo con ordine. Nel 2014 la pressione fiscale ha raggiunto il 43,5% del Pil, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al 2013 (43,4%). Nel 2012 si era toccato lo stesso livello del 43,5%. Nel 2014 il debito italiano è salito dal 128,5% del 2013 al 132,1% del Pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche. Lo rende noto l'Istat. Le previsioni del governo nella Nota di aggiornamento Def indicavano nel quadro programmatico un rapporto del 131,6%, quindi ottimista di un +0,5% rispetto ai dati Istat. Sempre nel 2014, sulla base delle stime definitive, il Pil italiano è diminuito dello 0,4% rispetto al 2013, portandosi sotto i livelli del 2000. Nel 2014 il rapporto tra deficit e Pil si è attestato in Italia al 3%. Era al 2,9% nel 2013. Per quanto riguarda il mondo del lavoro nel 2014 il tasso di disoccupazione è salito in Italia al 12,7% dal 12,1% del 2013. L'Istat specifica che il dato annuale è il massimo mai registrato dal 1977. Nel 2014 è dunque continuata la crescita della disoccupazione, con un aumento di 167.000 unità (+5,5%), che ha interessato sia gli uomini che le donne e tutte le ripartizioni geografiche. L'incremento, spiega sempre l'Istat, è dovuto in quasi sette casi su dieci a quanti sono alla ricerca di prima occupazione. L'incidenza della disoccupazione di lunga durata (dodici mesi o più) sale dal 56,4% del 2013 al 60,7% del 2014. Rispetto alla media nazionale del 12,7%, il tasso di disoccupazione ha raggiunto nel Mezzogiorno il 20,7%. Proseguendo su questo tema l'Istat segnala che il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è sceso a gennaio 2015 al 41,2% dal 41,4% di dicembre 2014, il minimo da agosto 2013 (40,8%), ovvero da 17 mesi a questa parte. Nel corso del 2014 il tasso di disoccupazione giovanile è invece salito di 2,6 punti percentuali, arrivando al 42,7%. Si va dal 32,7% del Nord al 55,9% del Mezzogiorno. Il picco assoluto è per le giovani donne del Sud (58,5%). Il tasso di disoccupazione a gennaio è pari al 12,6%, e, dopo il calo di dicembre, il primo mese del 2015 ha registrato un ulteriore diminuzione di 0,1 punti percentuali, tornando sullo stesso livello di dodici mesi prima. Se l'occupazione maschile rimane sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente, per la componente femminile l'Istat registra invece un aumento dello 0,2% su dicembre. Su base annua il dato aumenta per entrambi i generi: +0,5% per gli uomini e +0,8% per le donne. In particolare nel quarto trimestre dello scorso anno, gli occupati a tempo parziale sono aumentati a ritmo sostenuto (+3,2%, 128mila unità), con una crescita che interessa soprattutto il part-time involontario, pari al 64,1% dei lavoratori a tempo parziale (62,1% un anno prima). Tra ottobre e dicembre sono inoltre cresciuti con maggiore intensità i dipendenti a termine (+6,6%) e i collaboratori (+8,9%). "Il lieve incremento registrato anche a gennaio (+11 mila rispetto a dicembre) porta ad un aumento complessivo di 131 mila occupati su base annua. E' un risultato incoraggiante dopo diversi anni di caduta dell'occupazione".