Il Bollettino statistico di Banca d’Italia segnala che a fine 2013 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a 8.728 miliardi di euro, pari in media a 144.000 euro pro capite e a 356.000 euro per famiglia, precisando che il valore della ricchezza netta è sceso dell'1,4% a prezzi correnti. A pesare è stato soprattutto il calo del valore delle case.Nel primo semestre del 2014 la ricchezza netta delle famiglie italiane sarebbe ulteriormente diminuita dell'1,2% in termini nominali rispetto a fine 2013. Si precisa inoltre che la ricchezza netta complessiva, valutata a prezzi correnti, è diminuita di 123 miliardi di euro (-1,4%) tra la fine del 2012 e la fine del 2013. Le attività reali (5.767 miliardi di euro) rappresentavano nel 2013 il 60% della ricchezza lorda, quelle finanziarie (3.848 miliardi) il 40% e le passività finanziarie (886 miliardi) il 9,2%. La flessione del valore delle attività reali (-3,5%), dovuta al calo dei prezzi medi delle abitazioni (-5,1%), è stata solo in parte compensata da un aumento delle attività finanziarie (2,1%) e da una riduzione delle passività (-1,1%). In termini reali (utilizzando il deflatore dei consumi) la ricchezza netta si è ridotta dell'1,7 per cento rispetto al 2012, ovvero circa 150 miliardi di euro in termini reali. Dalla fine del 2007 la flessione a prezzi costanti è stata complessivamente pari all'8%.
Alla fine del 2013, la ricchezza abitativa detenuta dalle famiglie italiane superava i 4.900 miliardi di euro, corrispondenti in media a più di 200.000 euro per famiglia; tale valore registrava una flessione del 4,1 per cento rispetto all'anno precedente (-4,4% in termini reali).
Alla fine del 2013 le attività finanziarie ammontavano a 3.848 miliardi di euro, in crescita rispetto a fine 2012 (2,1% a prezzi correnti). Il 43% era detenuto in azioni e partecipazioni in società di capitali, obbligazioni private, quote di fondi comuni di investimento, partecipazioni in altre società, titoli esteri e prestiti alle cooperative. I depositi bancari, il risparmio postale e il contante rappresentavano poco più del 30% del complesso delle attività finanziarie; la quota investita direttamente dalle famiglie in titoli pubblici italiani era inferiore al 5%. Rispetto al 2012, la quota di ricchezza direttamente detenuta dalle famiglie italiane in titoli pubblici italiani è scesa dal 5,3 al 4,7%. Nonostante il calo degli ultimi anni, le famiglie italiane mostrano comunque nel confronto internazionale un'elevata ricchezza netta, pari nel 2012 a 8 volte il reddito lordo disponibile; tale rapporto è comparabile con quelli di Francia, Giappone e Regno Unito e superiore a quelli di Stati Uniti, Germania e Canada. Il rapporto fra attività reali e reddito disponibile lordo, pari a 5,4, è inferiore soltanto a quello delle famiglie francesi; relativamente basso risulta il livello di indebitamento (81% del reddito disponibile), nonostante i significativi incrementi dell'ultimo decennio.