Da maggio le ambulanze, i mezzi di soccorso e di protezione civile dei volontari di Anpas e Misericordie dovranno fermarsi ai caselli autostradali e “giustificare” la natura del servizio svolto a Società Autostrade per l'Italia. Il risultato è che i viaggi effettuati per trasporto sanitario, anche con un veicolo di soccorso di una pubblica assistenza Anpas o Misericordia, non vengono considerati impegnati nell’espletamento del relativo specifico servizio e quindi non riconosciuti. Lo scorso 8 luglio 2013 società Autostrade per l’Italia Spa ha dato disdetta ad ANPAS e alla Confederazione delle Misericordie dell’accordo, risalente al 1999, della fornitura di telepass esenti in comodato d’uso gratuito. Nel corso degli incontri che sono succeduti con Ministero dei Trasporti, con la Commissione Trasporti della Camera e la stessa Società Autostrade, le due organizzazioni di volontariato, che domani, 3 aprile, scenderanno in piazza Montecitorio a Roma con centinaia di volontari provenienti da tutta Italia, hanno proposto di modificare Codice della Strada e i regolamenti in materia di esenzione del pedaggio autostradale per la specificazione della definizione di veicoli “adibiti al soccorso” facendo riferimento a quanto espresso dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea [CGE, sez III, 29/A/2010 n. C-190/08], recepita dalla recente sentenza del Consiglio di Stato [CDS, sezione III, 7/2/2013, N.2477), dove si afferma che “i servizi pubblici di soccorso comprendono solitamente sia i servizi di trasporto medico d’urgenza sia servizi di trasporto sanitario qualificato”. Fabrizio Pregliasco, Presidente Anpas dichiara: «L'interpretazione restrittiva che Società Autostrade fa della norma comporterà un aggravio burocratico ed economico per i volontari delle associazioni di volontariato e per gli stessi cittadini che ne subiranno un notevole disagio. Anche per questo, oltre ad altre richieste di modifica del codice della strada, siamo scesi in piazza Montecitorio con centinaia di volontari e di ambulanze per rivendicare il diritto alla salute pubblica sempre più sfavorito da lungaggini burocratiche, scelte politiche ed economiche, ma anche per affermare il diritto di fare volontariato qualificato e rispondente ai bisogni dei cittadini». «Ci è stata proposta una formula a rimborso dietro presentazione di giustificativi veramente impraticabile.», domanda incredulo Roberto Trucchi, presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie. «Comunque, oltre al problema del telepass, in ballo ci sono anche altre questioni, come il rinnovo di accordi con gli enti locali sull’affidamento dei servizi sanitari e sociali, la portata delle ambulanze, la definizione dei veicoli speciali, l’introduzione della patente di servizio per gli autisti soccorritori, la riforma della Legge 64 sul Servizio Civile Nazionale e la stabilizzazione del 5 per mille. Per tutti questi motivi, siamo scesi in piazza, decisi a salvare il volontariato italiano.»