Chissà quale legittimo orgoglio avrà provato il premier Letta nell’udire Luigi Angeletti, segretario della UIL, paragonare la legge di stabilità a una cura omeopatica! Una cura raccomandata da un prestigioso organismo internazionale quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel recentissimo documento WHO Traditional Medicine Strategy 2014-2023 sottolinea i numerosi pregi di queste medicine, tra cui si annovera l’omeopatia e ne caldeggia la diffusione. Al nostro Primo Ministro non sarà certo sfuggito che paragonare la legge di stabilità da lui varata a una cura omeopatica implica soprattutto il riconoscimento della capacità di abbattimento dei costi, una delle più interessanti caratteristiche dei sistemi sanitari in cui si fa più ampiamente ricorso all’omeopatia, come il WHO stesso ricorda nel citato documento. La sostenibilità, l’innocuità, insieme alla umanizzazione delle cure, sono le caratteristiche che più vengono valorizzate nell’analisi fatta dal WHO e che, insieme all’efficacia, spiegano il sempre maggior ricorso dei pazienti a questo tipo di cura. E certamente un leader sindacale attento e responsabile, sensibile alle esigenze dei cittadini italiani, che per un quinto si rivolgono a questo tipo di cura, ha voluto a questo far riferimento con la sua affermazione, che quindi esprime grande apprezzamento per l’opera del governo. O forse no?